Secondo il XXVII rapporto della Fondazione ISMU sulla migrazione oggi, il 1° gennaio 2021 il numero degli stranieri presenti in Italia era pari a 5.756.000 individui, ossia circa il 10% della popolazione totale.
Questi numeri sono la fotografia di un’Italia sempre più multiculturale, in cui le istituzioni hanno il crescente bisogno di confrontarsi con differenze culturali e linguistiche che, per essere gestite in modo appropriato, richiedono professionisti formati e qualificati: i mediatori linguistici.
Migrazione oggi: che cos’è la mediazione linguistica?
La mediazione linguistico-culturale è un’attività complessa, il cui scopo è permettere una comunicazione chiara e proficua tra individui separati da differenze di lingua e di cultura. All’interno dell’attività di mediazione ricade la comprensione dei codici culturali di appartenenza delle parti coinvolte, l’interpretazione delle comunicazioni verbali e non verbali, la traduzione scritta di documenti e/o la traduzione orale.
Quando opera in ambito migratorio, l’obiettivo principale della mediazione è gettare un ponte tra gli stranieri e le istituzioni locali del paese ospitante, creando condizioni di parità nell’accesso ai servizi. Favorisce così l’esercizio dei diritti individuali degli stranieri e promuove l’integrazione di coloro che hanno scelto di vivere, studiare e lavorare nel paese ospitante.
Gestire la migrazione oggi grazie ai mediatori linguistici
I mediatori linguistici svolgono un ruolo fondamentale nella gestione del rapporto tra migranti e istituzioni all’interno del paese ospitante. I loro compiti sono trasversali e abbracciano diversi livelli di intervento: hanno un ruolo orientativo-informativo, nell’accoglienza e nell’orientamento della persona migrante; un ruolo linguistico-comunicativo, tramite la traduzione dei messaggi verbali (scritti e orali) e non verbali. Infine, operano al livello psicologico-relazionale, svolgendo un’analisi dei bisogni impliciti ed espliciti e prevenendo e gestendo eventuali conflitti.
Al livello pratico, i mediatori linguistici hanno una serie di responsabilità. Si assicurano che il colloquio tra ente e utente avvenga, chiarendo i presupposti culturali e gli stereotipi delle due culture messe a confronto. Sono sempre aggiornati su regolamenti, circolari e leggi che riguardano la situazione delle due parti e, nel corso della comunicazione, tengono sia l’operatore che l’utente costantemente informati su ciò che sta succedendo, traducendo ogni cosa in modo accurato.
Nel corso del colloquio o della comunicazione scritta, inoltre, i mediatori chiedono chiarimenti, fanno notare quando un messaggio non è stato trasmesso o non è stato capito e lo riformulano fino al raggiungimento della completa comprensione. Sono inoltre tenuti a denunciare illegalità, ingiustizie e discriminazioni, oltre ad avere il diritto di rifiutare di essere partecipi in caso di razzismo e/o offesa ai costumi, alla cultura, alle credenze e ai valori di una delle parti.
Gli ambiti di azione
Il panorama della migrazione oggi in Italia richiede la mediazione in più ambiti:
- Nel settore sanitario, ad esempio, il mediatore linguistico opera in strutture ospedaliere e ASL accogliendo l’utenza straniera, facilitando la comunicazione durante visite e colloqui con i pazienti stranieri e fornendo consulenza e chiarimenti al personale sanitario sulla cultura di provenienza dell’utente. Il mediatore aiuta inoltre l’utente straniero ad affrontare le pratiche burocratiche per l’iscrizione al SSN.
- Nel settore giuridico, il mediatore opera in questure, carceri e tribunali, dove effettua traduzioni giurate, produce materiale informativo nella lingua madre dell’utente, assiste nel completamento di pratiche burocratiche e fornisce consulenze al personale di servizio sulle specificità culturali degli utenti.
- Il mediatore opera, inoltre, a supporto dell’utenza straniera, nei servizi sociali dei comuni e delle ASL, negli uffici di collocamento, negli asili nido, nelle scuole materne, elementari e medie.
- Infine, il ruolo del mediatore è fondamentale in tutti i contesti di accoglienza: in cooperative sociali, associazioni, organizzazioni di sostegno ai migranti e in tutti i contesti in cui esiste il bisogno di mediare tra culture diverse.
Come diventare mediatore linguistico
Per diventare mediatori linguistici è necessario avere una solida formazione linguistica, con approfondimenti nell’ambito dell’interculturalità. L’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo propone un corso di Laurea Triennale in Scienze della Mediazione Linguistica, interamente focalizzato sulla formazione dei futuri Mediatori Linguistici, figure altamente specializzate nella multiculturalità e sempre più richieste in molte aree del mercato del lavoro. Per saperne di più, iscriviti agli Open Day della SSML Carlo Bo.
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