Corrispondente dall’estero, insegnante, interprete o traduttore. Ma anche linguista forense e, a seconda dell’indirizzo di studi prescelto, social media manager. Sono solo alcune delle opportunità di lavoro con una laurea in lingue o in ambito linguistico, e che nel tempo si sono diversificate soprattutto grazie a un mercato sempre più globalizzato e alla necessità di nuove figure. Qui proviamo a capire meglio quali siano gli sbocchi professionali del settore e dove lavorare con una laurea in lingue o in mediazione linguistica.
Cosa fare dopo una laurea in lingue? Lavoro e opportunità.
Secondo gli ultimi dati forniti dal Mur e aggiornati al 2021, i neolaureati in discipline linguistiche sarebbero quasi 23 mila, un numero che negli ultimi venti anni ha dimostrato una crescita costante, se pensiamo che solo nel 2009 i laureati in lingue erano poco più di 16 mila. È il risultato di un mondo profondamente cambiato e del bisogno crescente di misurarsi con culture diverse. Laurearsi in lingue o in mediazione linguistica non è solo stimolante, ma garantisce ad oggi un’ampia gamma di sbocchi professionali: dall’insegnamento per chi preferisce restare in ambito accademico, alla traduzione o all’interpretariato.
L’insegnante
In questo caso sarà necessario conseguire una Laurea Magistrale in modo da poter concorrere alla classe di concorso desiderata; in aggiunta serviranno poi i 24 CFU nelle relative discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche.
L’interprete
Non basta conoscere le lingue per potere fare l’interprete che, rispetto a un traduttore, si occupa di tradurre oralmente da una lingua a un’altra e lo fa in tempo reale. Per riuscirci occorre avere una conoscenza profonda del contesto e dei principali riferimenti culturali di chi sta parlando. Si stima che lo stipendio medio di un interprete oscilli tra i 16 mila e i 74 mila euro l’anno. Uno dei vantaggi di questa professione consiste nel fatto di poterla svolgere sia in presenza che in remoto (presso agenzie di interpretariato, aziende pubbliche o private, conferenze, enti pubblici) ma richiede una preparazione altamente professionalizzante con competenze specifiche, come la conoscenza di almeno 2 o 3 lingue.
Il traduttore
A differenza dell’interprete, il traduttore si occupa di tradurre dei testi scritti, che potrebbero essere quelli di un libro da adattare da una lingua straniera all’altra, di un sito web o di documenti in enti istituzionali come le Ambasciate. Tra i possibili lavori con una laurea in lingue o in mediazione linguistica è probabilmente il più remunerativo, se è vero che uno stipendio medio si aggira tra i 20 mila e gli 80 mila euro annui. Anche in questo caso, è necessaria la conoscenza di 2 o 3 lingue e un corso di alta specializzazione.
Il mediatore linguistico
Il mediatore linguistico è una figura altamente specializzata che fa da ponte fra soggetti appartenenti ad ambiti culturalmente, politicamente e linguisticamente molto diversi tra loro, facilitando così la comprensione e la comunicazione. Oggi è una delle figure più richieste ad esempio da tribunali, organizzazioni no profit o istituti penitenziari. Il lavoro di mediatore linguistico permette di guadagnare tra i 25 e i 30 mila euro all’anno. Per diventare mediatore linguistico, tuttavia, è consigliabile frequentare un corso di Laurea in Scienze della Mediazione Linguistica come quello offerto dalla SSML Carlo Bo.
Laurea in lingue: gli sbocchi che non ti aspetti
Fin qui gli sbocchi più convenzionali, ma non tutti sanno forse che con una laurea in materie linguistiche oggi è possibile lavorare in ambiti anche diversi da quelli tradizionalmente associati a questo percorso di studi, come il settore dell’editoria, del turismo, delle pubbliche relazioni o degli eventi.
Avere una conoscenza approfondita delle lingue è fondamentale per chiunque voglia intraprendere la strada della guida turistica, dell’operatore nelle fiere, nei musei o in altri contesti internazionali. E lo è anche per la professione di linguista forense, cioè colui che si occupa di analisi del linguaggio in ambito legale, esaminando le prove scritte e orali all’interno di un procedimento giudiziario per identificare un criminale o semplicemente per attribuire un testo a uno specifico autore. Ma le opportunità non si esauriscono qui: lavorare in una redazione giornalistica come corrispondente all’estero o in campo editoriale come traduttore sarà più semplice dopo una laurea in lingue. Negli ultimi anni ha dimostrato il suo valore aggiunto anche per svolgere professioni come social media manager o responsabile delle risorse umane. Con l’avvento dei nuovi servizi di streaming e il conseguente ampliamento dell’offerta dell’audiovisivo, si sono moltiplicate le richieste di traduttori chiamati a occuparsi della realizzazione dei sottotitoli di film o serie tv.
Solo uno studio approfondito e un percorso professionalizzante sono in grado di aumentare le probabilità di garantirsi una buona occupazione nel settore. Diventa quindi fondamentale un approccio pratico e immersivo, capace di allenare lo studente alla comprensione dell’interlocutore e all’affinamento delle abilità richieste dal mondo del lavoro. Il corso di laurea in Mediazione Linguistica dell’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo, è in questo senso una garanzia grazie:
- Alle numerose ore di pratica (circa 720 ore di laboratorio linguistico, più della media del settore)
- Alla presenza capillare sul territorio (con sedi a Roma, Milano, Firenze, Bologna e Bari)
- A un percorso specialistico e professionalizzante sin dal secondo anno con la possibilità di scegliere fra tre diversi indirizzi (Digital communication and social media marketing, International trade and multicultural sales, Mediazione Linguistica e Negoziazione Internazionale)
- Alla possibilità di svolgere tirocini e stage nelle più importanti aziende del settore.
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