La SSML Carlo Bo, eccellenza nella formazione in Scienze della Mediazione Linguistica, propone un percorso di studi basato sulle reali necessità del mercato del lavoro. Gli studenti, seguiti da docenti altamente qualificati nel campo della traduzione e dell’interpretariato, sono continuamente stimolati in aula e possono apprendere fin da subito le dinamiche professionali che troveranno fuori dall’Istituto.
La Professoressa Silvia Saibene ci racconta perché studiare alla SSML Carlo Bo è differente, e ci spiega come la Scuola abbia attivato un processo di evoluzione dall’anno della fondazione fino ad oggi, attestandosi come un Istituto che opera nel solco della tradizione tenendo sempre lo sguardo rivolto al futuro.
Cosa distingue la SSML Carlo Bo dalle altre università?
“Sicuramente quello che distingue la SSML Carlo Bo dalle altre università è il fatto che la Scuola abbia una grandissima tradizione alle spalle, è una Scuola altamente specializzante. I ragazzi seguono le lezioni in classi dai numeri davvero ridotti, quindi vengono continuamente sollecitati a partecipare e hanno diverse lezioni dove imparano quello che sarà poi il mondo del lavoro fuori.
Alla SSML Carlo Bo i ragazzi non solo imparano le lingue ovviamente con docenti madrelingua altamente specializzati, dei professionisti, ma hanno un ponte per il mondo del lavoro proprio grazie al fatto che i ragazzi seguono le lezioni in pochi e sono continuamente sottoposti a interviste o a role play, che vengono svolti come se fossero presso aziende o enti. Quindi è un ambiente che li stimola, li rende curiosi”.
Quali sono gli aspetti pratici a cui i docenti della SSML Carlo Bo prestano più attenzione?
“Sicuramente, gli aspetti pratici a cui noi prestiamo molta attenzione riguardano il fatto che tutti i ragazzi siano coinvolti nelle lezioni, possono essere lezioni di traduzione dall’italiano verso la lingua – quello che noi chiamiamo versione dalla lingua verso l’italiano – ma anche le lezioni di mediazione linguistico-culturale. Tutti i ragazzi partecipano, e abbiamo anche la fortuna di avere studenti madrelingua nella nostra Scuola, che sono una enorme e grandissima risorsa. Ci sono ragazzi fortunati che hanno già una passione per le lingue e che sono nati per fare questo mestiere. Diventa un circolo virtuoso perché se c’è passione c’è impegno, se c’è impegno c’è studio. Noi spingiamo i ragazzi a studiare e quindi a impegnarsi, e spesso da questo nasce anche la passione.
Molti ragazzi arrivano qui con le idee chiare, altri invece trovano il loro percorso proprio sui banchi qui da noi perché hanno ricevuto degli stimoli che hanno fatto capire loro com’è il mondo che li aspetta fuori”.
SSML Carlo Bo e mondo del lavoro: come sono collegati?
“La SSML Carlo Bo è collegata con il mondo del lavoro per il piano formativo che propone. I ragazzi scelgono quello che può essere il loro percorso futuro e la Scuola è collegata con aziende, enti privati e pubblici proprio per dare loro un accesso al mercato del lavoro.
Nel corso dei tre anni, i ragazzi ricevono dalla Scuola una preparazione in grado di coniugare teoria e pratica, e questo li avvicina al mondo che li aspetta fuori. Fin dalle prime lezioni stimoliamo i ragazzi a essere studenti attivi, partecipi, curiosi. Non solo, devono essere autonomi, aperti a conoscere le altre culture”.
Perché scegliere la SSML Carlo Bo per studiare le lingue?
“La SSML Carlo Bo ha una lunga tradizione, risale a più di 70 anni fa, ed è stata bravissima ad adattarsi alle nuove esigenze di mercato. Questa cosa noi la trasferiamo ai nostri ragazzi.
I docenti della Carlo Bo sono professionisti dell’interpretariato, della traduzione, e quindi sono loro che portano in aula esattamente il mondo del lavoro, tutto a favore dei nostri giovani traduttori e interpreti in erba. I docenti sono i primi a vivere l’evoluzione del mercato del lavoro, e sono quelli che portano in aula le loro esperienze facendole rivivere direttamente ai ragazzi”.
Cos’è che contraddistingue il rapporto tra studenti e professori?
“Gli studenti della SSML Carlo Bo non sono numeri ma sono individui, quindi conosciamo questi ragazzi molto bene, sappiamo quali sono i loro punti di forza, magari anche le loro debolezze, e possiamo lavorare sui singoli studenti per migliorare individualmente le cose che vengono a mancare per fare questo lavoro, anche nell’ambito del public speaking ad esempio.
Le classi sono a misura di studente, in genere 25 discenti continuamente sollecitati a dare il loro meglio. Quando danno il loro meglio in classe, il più delle volte danno il loro meglio anche nel mondo del lavoro”.
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